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8 aprile 2025: don Franco Rossi ci ha lasciati...

Aggiornamento: 6 giorni fa

La nostra unità pastorale è rimasta, purtroppo, senza uno dei suoi presbiteri: nel pomeriggio di martedì scorso, presso l'ospedale di Montecchio, è deceduto don Franco Rossi. Era con noi dal 2012.





Attingiamo, per questo suo profilo, dal testo di saluto e ringraziamento preparato dal nostro Consiglio pastorale e letto al termine della santa messa a San Polo, prima del rito di commiato.


Don Franco Rossi
Don Franco Rossi

Originario di Leguigno, il padre, Afro Rossi, cattolico impegnato, venne assassinato il 26 marzo 1955; sul letto di morte perdonò il suo assassino e chiese ai familiari di fare altrettanto. Don Franco ha più volte raccontato che è stato proprio in quel contesto, di odio che si trasforma in perdono, che è nata la sua vocazione al sacerdozio. Ordinato presbitero il 29 giugno 1961, i suoi primi incarichi sono stati nella nostra montagna. Poi nel 1972, ha inizio l’incarico presso la parrocchia di Villa Cadè, dove è rimasto per oltre 40 anni, fino al 2012, quando, con la sua anziana mamma, è giunto nelle nostre terre con l’incarico di collaboratore pastorale.


Dal carattere molto determinato, don Franco è stato un collaboratore dallo spirito giovanile e allegro. Finché la salute glielo ha consentito, è sempre stato disponibile a parlare ai ragazzi del catechismo, portando loro la sua esperienza personale di perdono, a confessare, a visitare gli ammalati amministrando anche il Sacramento dell’unzione degli infermi nelle case, a celebrare la Messa sia domenicale che feriale, anche al Sartori, dove ha speso parole di conforto per gli infermi e per i loro familiari.


Le sue omelie, che preparava sempre con tanta cura, erano molto profonde e mai banali. Ultimamente nelle celebrazioni veniva sempre accompagnato e assistito dal diacono Giosuè o un altro volontario delle parrocchie. Da fine febbraio a fine marzo scorsi, ha trascorso un periodo alla Casa del clero di Montecchio, ma, forte del desiderio di contatto con i fedeli, ha scelto di ritornare a casa. Pochi giorni dopo, a causa del fisico ormai debilitato, si è reso necessario il ricovero in ospedale a Montecchio, dove poi è spirato.


È singolare notare che proprio pochi giorni fa, il 30 marzo, don Franco ha concelebrato la sua ultima Messa, per ricordare il settantesimo anniversario dell’assassinio del padre. L’inizio e la fine del suo ministero terreno sono inscindibilmente legati a un episodio di violenza, ma si sa che, se si lascia spazio all’azione dello Spirito Santo, l’amore e il perdono trionfano sull’odio e sulla violenza e dalle ferite possono nascere nuovi germogli. Questo è in sintesi anche il messaggio della Pasqua, ormai prossima: la vita che trionfa sulla morte. Nella nostra unità pastorale chiamata proprio “Terre del Perdono” vogliamo così ricordare don Franco per questa grande testimonianza di perdono, che è riuscito a dare sostenuto da una grazia speciale.


Una frase del Vangelo di martedì scorso, giorno del decesso, recita: “Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite” (Gv, 8,29). Sicuramente il Signore ha gradito questo gesto di perdono sincero e incondizionato che ha segnato così profondamente la vita di don Franco e siamo convinti che Colui che lo ha mandato anche nelle nostre terre lo abbia sempre accompagnato e non lo lascerà mai solo.


Per don Franco, mercoledì 9 aprile ci siamo riuniti in preghiera per il santo Rosario presso il Santuario della Beata Vergine di Pontenovo, dove è stata composta la salma. Don Carlo, alternandosi con il diacono Giosuè nella guida del Rosario, ha espresso la propria gratitudine a don Franco per il suo servizio nelle nostre Terre del Perdono.



Giovedì pomeriggio, poi, ha avuto luogo la celebrazione del funerale di don Franco, con la santa messa solenne presieduta dell'arcivescovo Giacomo Morandi, alla presenza del vicario generale mons. Giovanni Rossi e di numerosi sacerdoti provenienti da varie zone della nostra diocesi, accanto naturalmente a don Carlo, mons. Pellegrino e don Paul.



Non sono mancati ex-parrocchiani di Villa Cadè, rappresentanti delle amministrazioni comunali e della polizia municipale di San Polo e Canossa, il maresciallo Giovanni Tondo e il sindaco di Carpineti, Giuseppe Ruggi. Tutti hanno portato le loro condoglianze ai familiari di don Franco: il cognato e le nipoti.




Tutti noi, delle nostre comunità delle Terre del Perdono, affidiamo l'anima di don Franco al Signore in cui ha sempre creduto, che ha molto amato e dal quale si è lasciato amare.



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